Scopri i racconti erotici scritti da Tei Giunta in esclusiva per AYAY.
SCHIAVOGENTILE83
“Spogliati e aspettami seduto sul letto, senza toccarti”.
Il messaggio è partito, ora non si può tornare indietro.
Da giorni Schiavogentile83 aspetta questa serata, un’attesa estenuante resa gustosa dal suo stesso desiderio represso.
Ci siamo conosciuti su Fetlife e il suo approccio estremamente educato e rispettoso è ciò che mi ha subito colpita. Non amo le app di dating e di solito non rispondo mai nemmeno a chi mi contatta sui Social, ci sto solo per curiosità, ma tra noi è nato un gioco che sarebbe stato troppo difficile da ignorare.
Glielo ho detto più di una volta negli ultimi giorni... Com’era quello slogan? L’attesa del piacere... Le regole sono chiare: una settimana senza nessun contatto. E poi, poi chissà. Ma alle mie condizioni, ovviamente. Sarò io ad avere il controllo in questa serata con i telefoni spenti, la vita che resta fuori dalla porta di casa, i problemi che non esistono. Recupero le chiavi di casa sua al bar che mi ha indicato, le infilo nella serratura e le giro, lentamente, i portachiavi tintillano.
So che lui può sentirmi entrare, così prolungo l’attesa, mi libero della giacca con calma, con la stessa flemma salgo le scale fino alla camera da letto.
Schiavogentile83 è lì, nudo, esattamente come in quelle foto, seduto sull’angolo del letto, il membro già turgido ed eretto, ma le sue mani diligentemente appoggiate sulla coperta. Gli occhi scuri mi guardano con bramosia e quel pizzico di sfida che alimenta il gioco. Ad entrambi piace che sia io a comandare.
Non gli dedico quasi nemmeno uno sguardo, mentre mi denudo senza preamboli, restando in slip, un piccolo triangolo nero, slacciabile ai lati.
Non sentivo il bisogno di indossare latex o tacchi vertiginosi: bastano i miei occhi a trafiggerlo e impalarlo al letto.
Mi slego i capelli. Schiavogentile83 deglutisce, meritandosi un ghigno obliquo. Sono così vicina che può sentire il calore della mia pelle.
Ma ovviamente non può toccarla, a meno che non gli venga concesso. Mi chino in avanti, una ciocca di capelli sfugge verso il basso solleticando la spalla di lui. Chiude gli occhi. “Aprili”, arriva prontamente il mio comando, respirato a pochi millimetri dal suo orecchio.
Di riflesso Schiavogentile83 stringe i pugni sulla coperta. “Allora – continuo io, troppo vicina e troppo lontana allo stesso tempo - pensi di aver fatto il bravo?”
È come un’interrogazione, di quelle che finiscono inevitabilmente male. Eppure lui sa le risposte.
“Sì”, sussurra, la bocca secca e impastata. “Non ti sei toccato per tutta la settimana? – Lui deglutisce un’altra volta mentre io continuo - nemmeno guardando le foto che ti ho mandato o quando mi sono toccata in video davanti a te l’altra sera?”
“No.”
Era stata una delle cose più difficili della vita per lui guardarmi sospirare di piacere, le mie dita che affondavano tra le mie gambe e non poter fare nulla, nemmeno raggiungere il suo orgasmo.
Ma queste erano le regole e le aveva rispettate. “Non sei venuto, nemmeno una volta...”.
“Sei stato così bravo che sto pensando di farti aspettare ancora un po’...”.
Questa volta il gemito roco che lui aveva intrappolato in fondo alla gola riesce a infrangere la barriera dei denti.
“Su su – lo consolo, mentre mi allontano per prendere le corde dal cassetto del comodino – non peggiorare le cose o potrei decidere di farlo davvero”.
No, non lo farò. Lui non è il solo a bruciare di desiderio in questa stanza. È come stare vicino a un falò, sempre più vicino per tenersi al caldo: difficile non bruciarsi. Pazienza, ancora un po’ di pazienza.
Sono io ad avere il controllo, ma è il piacere di lui il vero scopo.
“Sdraiati a pancia in su e con le mani unite davanti a te”.
Stando attenta a non toccarlo troppo, prima gli lego i polsi insieme, poi faccio passare la corda tra le sue gambe, attorno e sotto il suo pene, un anello di corda molto largo che però, se lui solleva le mani, gli cinge i testicoli, alzandoli e premendo più in basso, sulla striscia di pelle sensibile che si perde poi in mezzo ai suoi glutei.
Dopo essermi assicurata che i nodi non fossero troppo stretti o fastidiosi per Schiavogentile83, mi metto a cavalcioni, con gli slip ancora indosso.
La pelle di lui è bollente contro l’interno delle mie cosce, ma mai come le labbra che si schiudono sotto il cotone, tra le mie gambe.
Posso sentire il suo pene sobbalzare sfiorandomi le natiche in una contrazione involontaria e disperata. Quando mi accarezzo contro la corda intrecciata che va dalle mie mani verso il basso, lui può sentirne la ruvida vibrazione fino al glande. Mi sto ancora muovendo contro il suo ventre, quando slaccio i lati degli slip, sempre lentamente, guardandolo fisso negli occhi.
Lui non fa in tempo a intravedere i miei umori brillare sulla corda che gli slip umidi appoggiati sulla sua faccia gli impediscono la visuale.
Improvvisamente c’è solo il suo odore forte, dolciastro e meravigliosamente strano, la leggera pressione della corda sul suo scroto ad ogni suo movimento e il fuoco del suo centro che gli sfiora la pancia.
Sento la pressione delle sue cosce cambiare mentre mi sposto verso l’alto, portando il mio umido calore verso le sue mani, facendo rotolare il clitoride tra le sue dita intrecciate come la perla di un’ostrica.
Ma non è abbastanza, e mentre mi sposto ancora verso l’alto traccio il mio percorso umido sulla sua pelle.
Sposto appena gli slip per liberare la sua bocca e solo allora lui capisce. “Visto che sei così silenzioso, diamo qualcosa da fare alla tua lingua“.
Non se lo fa dire due volte, non appena sente le mie piccole labbra nascoste schiudersi sulle sue. Traccia orbite svelte con la lingua, aggiungendo pressione man mano che mi sente ansimare, le mani appoggiate alla testata del letto per sorreggermi.
Cieco e muto, affogato nel mio odore e nel suo sapore, lui vorrebbe afferrarmi, ma le mani sono legate e ogni sussulto e spasmo si trasforma in una strattone languido al suo inguine.
Mi sente affondare un’ultima volta il pube contro la sua bocca con un gemito strozzato.
Chiude gli occhi lasciandosi andare in un suono che lo attraversa tutto, quando sente le unghie sulle cosce, all’interno.
Il bisogno di essere toccato è diventato un ronzio sordo e persistente che gli attraversa la spina dorsale.
“Per favore Miss Mia...”, si lascia scappare.
Non è certo la parola di sicurezza, ma a entrambi piace sentirlo pregare, quando la voce si rompe contro la potenza del desiderio, ma non è ancora abbastanza.
Non è mai abbastanza. “Per oggi basta così” sadica faccio una mezza smorfia soddisfatta. “Grazie”, mi sussurra realmente grato Schiavogentile83.
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I RACCONTI EROTICI DI AYAY
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L'AUTRICE
Tei Giunta è una sex blogger e reporter, autrice di racconti erotici e consulente sessuale, iscritta all’Istituto di Sessuologia Scientifica di Roma del Dott. Fabrizio Quattrini. Attraverso i suoi articoli sul Blog, i post educativi sui Social, i contenuti di esplorazione e liberazione erotica e i Workshop esperienziali online e dal vivo, ti aiuta a vivere in modo più libero e positivo la tua sessualità.